IL CONVENTO DI SAN FRANCESCO IN ORENO
Architettonicamente il convento é disposto su un quadrato perfetto su due piani, con colonnati superiore e inferiori, di cui si hanno notizie certe solo tardivamente (1770).
Dice lo storico Penati: "Il Convento venne costruito a quadrato perfetto lungo_ il lato posteriore della chiesa, con i lati esterni di 32 braccia, proprio di fianco all'attuale sacrestia. Tre stanze avea il lato di mezzodì, ed ugual numero quelle di tramontana; una per lato in quello di levante altre quattro in mezzo ai lati erano tramezzate. Quella sull'angolo fra levante e tramontana serviva per sacrestia, quella fra tramontana e ponente per tenervi il capitolo dei frati, quelle sugli angoli opposti, l'una serviva per cucina e l'altra per refettorio. Le loro corrispondenti nel piano superiore erano dormitori››.
Per quanto si voglia far risalire a quest”epoca il chiostro con colonnati superiore ed inferiore, dobbiamo dire che non troviamo menzione alcuna documentata. Si sa d'altronde che nei secoli successivi al 1400 vennero realizzate altre modifiche, come confermato da documentazione archivistica della Curia Arciv. di Milano. Nel 1770 infatti: "la fabbrica di detto convento con suo recinto consistente nella chiesa e chiostro quadrato con colonne e portici inferiori e superiori, conta 10 luoghi a piano terreno, compresi però la cucina e il lavandino, e 13 stanze superiori adibite a dormitori".
Nel 1476 Papa Sisto IV della Rovere, francescano, istituiva la festa dell'Immacolata Concezione arricchita di abbondanti indulgenze. Molti fedeli accorrevano al convento dei francescani. "I ricchi signori e benefattori si davano a racconciare ed abbellire quelle chiese a miglior comodo dei devoti. Per si fatta cagione, dice ancora il Penati, noi abbiamo avuto l'ingrandimento di questa chiesa, nell'attuale coro, nella ricostruzione della sua facciata, e nella erezione della cappella dell'Immacolata Concezione. E pure contemporaneo a queste opere l'elegante campanile annesso».
Riscontriamo una certa difficoltà a datare con esattezza quest' opera di ristrutturazione, ma se teniamo in conto dell'affermazione di prete Hieronimo Albeo, curato di Oreno che il 24 aprile 1586 fa particolare menzione di una "divota compagnia dell'uno e dell'altro sesso, molto antica, retta sotto il titolo dell'Immacolata Concezione dilla Gloriosa Vergine Maria, nella chiesa di sancto Francesco", quel "molto antica" ci riporta certamente a data assai anteriore, forse agli inizi del secolo.
Il Penati poi ci fa una dettagliata descrizione della cappella dell'Immacolata Concezione: "La cappella trovasi di fronte all'altare di S. Antonio in uno sfondo sormontato da volta sull'estrema posizione di parte di mezzodì della chiesa verso l'altare. Il vano della cappella misura interamente poco più la grossezza del muro; ma sporgendo nel vano della chiesa, nella quale è recinta da una balaustra di fini marmi colorati, lascia sufficiente spazio per celebrarvi i divini uffizi. La tela sulla quale è dipinta Maria Vergine Immacolata (oggi sostituita da una statua dell'Immacolata di Lourdes - delle sorti del quadro non si ha menzione alcuna) è immurata entro un medaglione, la cui cornice di forma ellittica con curve spezzate, è tutta di marmo... Anche la pittura di esso quadro è di eccellente pennello. Lo stemma gentilizio della famiglia Scotti che sta sul frontone di questa cappella e il cielo aperto sulla volta sospesa sopra l'altar maggiore con belle altre pitture, io credo che siano opera dello stesso artista che fece l'Immacolata Concezione».
Conosciamo l'artista signor Castellino pittore Filippo al quale nel 1732, il 3 giugno, per ordine del marchese abate Don Giuseppe Gallarati vengono pagate "ben lire centocinquanta per pittura dal medesimo fatta nella cappella della B.V. Immacolata nella chiesa dei RR.PP. di sancto Francesco di codesto luoco".
LA CHIESA DEL CONVENTO
Nella chiesa vi era un altare dedicato alla Immacolata concezione, con testimonianze antecedenti al 1586. Tradizione tipicamente francescana, con testimonianze anche successive, soprattutto per commissioni artistiche per dipingere un immagine della BV Immacolata (1732). Ci pare strano che alcuni storici del tempo, come il Da Bussero (1300) non facciano cenno alcuno all' esistenza di una chiesa in Oreno dedicata a S. Francesco, al tempo della prima istallazione dei Frati.
Pare che i primi ad accennarne siano i Bollandisti nel 1587 nel presentare la figura del Beato Amedeo ". . .nel qual convento di S. Francesco, in Oreno, vi è una chiesa che, come si dice, fu la prima chiesa edificata in Lombardia in onore di S. Francesco".
Possiamo allora fare due supposizioni: o che la chiesa esistesse prima dell'arrivo dei frati (1215 ?), sotto quale titolo non lo sappiamo e che i frati l' abbiano dedicata in un primo tempo alla Vergine degli Angeli e che poi per il fatto che venne annessa al loro convento e da loro officiata, per tradizione più tardi fosse detta di «S. Francesco».
La seconda ipotesi, poiché la chiesa doveva essere molto piccola, una semplice Cappelletta, coll'andar dei tempi fosse stata allungata e risistemata, come ci conferma il Penati: "...La piccola costruzione presentava in pianta, una semplice aula rettangolare, coperta da un tetto su cavalletti, certamente non alta più di 4 metri, per la lunghezza di 16 metri e larghezza di Povera casa di orazione, con angusto coro, un altare umile, stretto e difficile ingresso illuminato a stento con poche finestre aperte a caso nel muro di sue pareti, senza simmetria alcuna". Fu forse nella circostanza della ristrutturazione della chiesa che venne dedicata a S. Francesco.
Infine alcune stampe del 1500 ci permetterebbero una terza ipotesi e cioè che l'apertura della primitiva chiesa non fosse come attualmente, sulla piazzetta detta di "S. Francesco", ma a oriente. Quadro dell'Immacolata e stemma gentilizio erano ancora in vista nel 1870 circa, se fatti oggetto dell'attenta osservazione del Penati. Concludeva lo storico: "...Il coro vecchio era il luogo ora occupato dall'altare e dal presbiterio. Il nuovo è un vasto parallelogrammo posto subito dietro. È architettura del 1500: arioso ed illuminato, niente decorato (...). Ti trovi nel vaso maggiore della chiesa? Allora ti pare di essere in pensiero tuo trasportato nel 1300. Guardi poi all'altare? Quel tuo pensiero si fa più cupo e par che aumenti d'antichità; imperocché sopra quel luogo fu gettata una bassa volta a modo d'un arco di ponte, che non riceve luce che lo avanti e per lo indietro. Vieni al coro? Sei al tempo di S. Carlo".
Vi era pure un organo nella chiesa che dopo la soppressione venne trasferito nella parrocchiale di S. Michele. Ne fa testo una dichiarazione di un certo sig. Carlo Antonio Silvòla, che vi provvide personalmente, in data 5 nov. 1770. Sul campanile rimasero le due campane datate la più grossa 1628 e la più piccola, 1762. Tutto il resto fu letteralmente spogliato e asportato da tante mani. Nella piccola chiesa di S. Francesco non rimasero che le mura o il ben poco, documentato dall'inventario di P. Felice Moioli, cappuccino, primo superiore del convento, nel 1948.
IL CAMPANILE
Il vecchio campanile di epoca cinquecentesca ad opera dell'architetto bolognese Pellegrino Pellegrini con cotti provenienti dalla fornace dei Fratelli Scotti, venne, nel 1983, demolito perché pericolante. Il nuovo riproduce esattamente il primitivo ed identico stile, con impiego di identico materiale. originale.
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